I 50 ANNI DEL 3V
Maggio 2022
L’idea… Luigi Maltagliati anche detto Gigi per gli amici, acquista insieme alla moglie la casa, sede sociale ormai nota del 3V. Il figlio Enrico, giovane uomo di 12 anni apprende l’arte della vela come autodidatta. Il Padre Gigi, pensa di fondare un circolo per supportare ed aggregare gli appassionati della vela come il figlio. Inizia l’avventura.
L’origine… La casa all’epoca si presentava come una comune abitazione davanti al lago.
Con il lago a due passi dal cancello si creava una situazione perfetta per un luogo di ricreazione e sport.
Profili… Luigi e Carla, genitori di Enrico e Lamberto, hanno dedicato la loro vita al mantenimento ed allo sviluppo di quello che oggi consociamo come il 3V, adibendo gli spazi all’ospitalità di giovani coetanei del figlio, velisti, pionieri della vela su deriva della nostra zona.
1972… Il vero anno “zero”, quello in cui la casa divenne un circolo, un’associazione sportiva riconosciuta.
Il Settebello… La barca su cui Enrico impara a navigare è il Vaurien, una classe doppia molto diffusa negli anni 70, costruita in legno e con la chiglia a spigolo. Il talento di Enrico, unitamente all’accoglienza del circolo e di Gigi e Carla, attraggono altri equipaggi di Vaurien che vanno a formare una squadra affiatata conquistando rapidamente le prime posizioni a tutte le regate di rilievo. La squadra verrà soprannominata il “Settebello” essendo formata da sette equipaggi.
Criterium d’inferno/inverno… Tutti i giovani velisti della quarta zona si allenavano al 3V d’inverno. Sul lago le temperature e le condizioni erano cosi rigide (anche considerato l’abbigliamento dei velisti dell’epoca) che le regate organizzate al 3V venivano chiamate “criterium d’inferno” invece che d’inverno, cosi come era invece scritto sul bando.
Imparare ad usare le mani era una cosa importantissima per i velisti dell’epoca. Le barche erano di legno quindi necessitavano di moltissima manutenzione. Enrico passava tutto il tempo libero che aveva, dopo la scuola, d’inverno, nel garage sotto casa a tentare di migliorare i dettagli del suo Vaurien per farlo andare più forte.
Lamberto… Indimenticabile fratello di Enrico, primogenito di Gigi e Carla, sempre sorridente ed amico dei bambini, canottiere, gentiluomo. A fianco del fratello Enrico in mille occasioni è complice delle prime imprese del 3V con il ruolo di gestire la parte di diffusione del canottaggio, a quell’epoca disciplina praticata al 3V alla stregua della vela.
Passa il tempo ed Enrico perfezionandosi diventa molto bravo con il Finn arrivando ad essere un P.R.O. (Probabile olimpico) dopo aver fatto altre classi tra cui il 470. In quel periodo batteva tutti, compresi quotatissimi velisti di coppa.
Dopo il Finn Enrico prende una breve pausa dalla vela, esausto dall’agonismo sfrenato. Dopo qualche mese, a seguito di alcuni viaggi all’estero rimane folgorato da un nuovo tipo di barca, in Italia molto poco diffusa, l’Hobie Cat, il catamarano sportivo destinato a dominare il panorama velico per i decenni successivi.
Alcune vicissitudini portano Enrico ad aprire una seconda sede del 3V con i catamarani sulla spiaggia del lungolago più verso il paese. Il centro Hobie Cat del 3V per un periodo è stato all’ultimo grido dell’intrattenimento per i romani. Venivano da ogni parte per navigare con il catamarano. Macchine di lusso e un via vai di gente si susseguivano davanti questo piccolo prato sulle rive di Trevignano Romano.
Enrico crea un piccolo movimento di corsisti che acquistano barche per fare le regate e conquista il podio in diverse competizioni tra cui l’europeo HC. Il catamarano in quel periodo aveva il suo nome e la bandiera del 3V.
Matteo Nicolucci, studente, entusiasta, ventenne, inizia a credere nella visione di questo 3V con il multiscafo. Dimostrando spirito di intraprendenza e capacità di gestione insieme ad Enrico valorizza il centro Hobie Cat 3V. Ad un campionato italiano a Venezia, il 3V vede 16 Hobie Cat sulla linea di partenza.
Si forma la prima agonistica Optimist: 5 barche in tutto (Lanzoni, Lanzoni, Franzi, Passani, Passani). Il giovane coach Matteo Nicolucci inizia cosi quella che sarà una brillante carriera da allenatore con svariati successi in campo internazionale.
In poco tempo la squadra Optimist si allarga, da 5 a 10, da 10 a 15. Quella che nasceva come un’ipotesi era diventata una realtà.
Erano certamente anni diversi quelli tra il 96 e il 98… I bambini dell’Optimst, ormai più di una ventina, durante l’estate passavano più tempo al 3V che a casa propria. Non esistendo una sistemazione preposta per i bambini, le famiglie decidono di avallare l’idea “dei bambini” di dormire in tenda. Per mesi interi il viale del circolo era costellato di tende colorate al fianco degli Optimist. I genitori dei bambini passavano un paio di volte a settimana per espletare i compiti di lavanderia e supervisione.
Enrico faceva la pasta per tutti i bambini la sera per cena. Ad ogni occasione raccontava ai ragazzi le storie delle sue regate e delle sue vittorie.
Si allarga ancora il giro, 18 Optimist e la prima squadra Laser.
Dopo diversi tentativi di trovare altri allenatori la squadra Laser viene presa in mano da Enrico stesso. Nei due anni successivi il gruppo ha un ottima crescita tecnica a tal punto da far diventare il 3V un riferimento in zona.
Nel 2000 arriva il primo titolo italiano Laser u15 con la 4.7 per Alessandro Franzi a Gravedona, sul Lago di Como.
Dal 2000 al 2005 Enrico accompagna la squadra con mezzi di fortuna o rimediati. Con la crescita dell’attività si decide di strutturare il parco mezzi, acquistando il leggendario “Pepo,” il furgone bianco. Il primo davvero del 3V, intestato al 3V e, proprio come il circolo, incredibilmente coriaceo.
Le trasferte del 3V e le sue squadre di ragazzi esagitati. Per gli allenatori praticamente caccia all’uomo continuo per gli alberghi di tutta Europa, per i ragazzi un modo per viaggiare e navigare ai massimi livelli.
I ragazzi diventano piano piano più adulti. Lanzoni e Franzi, dopo aver fatto la “gavetta” alla scuola di vela estiva per tutta l’adolescenza, presentano ad Enrico un progetto nuovo per la gestione delle squadre agonistiche. Nasce “Il Top Team”.
Questa nuova compagine per l’amministrazione dell’agonistica attrae un gruppo di ragazzi giovani che vogliono intraprendere il loro percorso nel mondo della vela. Si crea un gruppo di istruttori (tutti under 23) che condivide un obiettivo comune.
Qualche anno di duro lavoro, uscite in inverno, motivazione, e grande supporto di alcuni genitori ed arrivano i primi grandi successi: A.S.C.A. = Anna Bettoni, Sofia Carluccio, Clara Addari, Arianna Perini, Campionesse ai Campionati Europei ed Italiani con la classe l’Equipe.
I 50 ANNI DEL 3V
L’idea… Luigi Maltagliati anche detto Gigi per gli amici, acquista insieme alla moglie la casa, sede sociale ormai nota del 3V. Il figlio Enrico, giovane uomo di 12 anni apprende l’arte della vela come autodidatta. Il Padre Gigi, pensa di fondare un circolo per supportare ed aggregare gli appassionati della vela come il figlio. Inizia l’avventura.
L’origine… La casa all’epoca si presentava come una comune abitazione davanti al lago.
Con il lago a due passi dal cancello si creava una situazione perfetta per un luogo di ricreazione e sport.
Profili… Luigi e Carla, genitori di Enrico e Lamberto, hanno dedicato la loro vita al mantenimento ed allo sviluppo di quello che oggi consociamo come il 3V, adibendo gli spazi all’ospitalità di giovani coetanei del figlio, velisti, pionieri della vela su deriva della nostra zona.
1972… Il vero anno “zero”, quello in cui la casa divenne un circolo, un’associazione sportiva riconosciuta.
Il Settebello… La barca su cui Enrico impara a navigare è il Vaurien, una classe doppia molto diffusa negli anni 70, costruita in legno e con la chiglia a spigolo. Il talento di Enrico, unitamente all’accoglienza del circolo e di Gigi e Carla, attraggono altri equipaggi di Vaurien che vanno a formare una squadra affiatata conquistando rapidamente le prime posizioni a tutte le regate di rilievo. La squadra verrà soprannominata il “Settebello” essendo formata da sette equipaggi.
Criterium d’inferno/inverno… Tutti i giovani velisti della quarta zona si allenavano al 3V d’inverno. Sul lago le temperature e le condizioni erano cosi rigide (anche considerato l’abbigliamento dei velisti dell’epoca) che le regate organizzate al 3V venivano chiamate “criterium d’inferno” invece che d’inverno, cosi come era invece scritto sul bando.
Imparare ad usare le mani era una cosa importantissima per i velisti dell’epoca. Le barche erano di legno quindi necessitavano di moltissima manutenzione. Enrico passava tutto il tempo libero che aveva, dopo la scuola, d’inverno, nel garage sotto casa a tentare di migliorare i dettagli del suo Vaurien per farlo andare più forte.
Lamberto… Indimenticabile fratello di Enrico, primogenito di Gigi e Carla, sempre sorridente ed amico dei bambini, canottiere, gentiluomo. A fianco del fratello Enrico in mille occasioni è complice delle prime imprese del 3V con il ruolo di gestire la parte di diffusione del canottaggio, a quell’epoca disciplina praticata al 3V alla stregua della vela.
Passa il tempo ed Enrico perfezionandosi diventa molto bravo con il Finn arrivando ad essere un P.R.O. (Probabile olimpico) dopo aver fatto altre classi tra cui il 470. In quel periodo batteva tutti, compresi quotatissimi velisti di coppa.
Dopo il Finn Enrico prende una breve pausa dalla vela, esausto dall’agonismo sfrenato. Dopo qualche mese, a seguito di alcuni viaggi all’estero rimane folgorato da un nuovo tipo di barca, in Italia molto poco diffusa, l’Hobie Cat, il catamarano sportivo destinato a dominare il panorama velico per i decenni successivi.
Alcune vicissitudini portano Enrico ad aprire una seconda sede del 3V con i catamarani sulla spiaggia del lungolago più verso il paese. Il centro Hobie Cat del 3V per un periodo è stato all’ultimo grido dell’intrattenimento per i romani. Venivano da ogni parte per navigare con il catamarano. Macchine di lusso e un via vai di gente si susseguivano davanti questo piccolo prato sulle rive di Trevignano Romano.
Enrico crea un piccolo movimento di corsisti che acquistano barche per fare le regate e conquista il podio in diverse competizioni tra cui l’europeo HC. Il catamarano in quel periodo aveva il suo nome e la bandiera del 3V.
Matteo Nicolucci, studente, entusiasta, ventenne, inizia a credere nella visione di questo 3V con il multiscafo. Dimostrando spirito di intraprendenza e capacità di gestione insieme ad Enrico valorizza il centro Hobie Cat 3V. Ad un campionato italiano a Venezia, il 3V vede 16 Hobie Cat sulla linea di partenza.
Si forma la prima agonistica Optimist: 5 barche in tutto (Lanzoni, Lanzoni, Franzi, Passani, Passani). Il giovane coach Matteo Nicolucci inizia cosi quella che sarà una brillante carriera da allenatore con svariati successi in campo internazionale.
In poco tempo la squadra Optimist si allarga, da 5 a 10, da 10 a 15. Quella che nasceva come un’ipotesi era diventata una realtà.
Erano certamente anni diversi quelli tra il 96 e il 98… I bambini dell’Optimst, ormai più di una ventina, durante l’estate passavano più tempo al 3V che a casa propria. Non esistendo una sistemazione preposta per i bambini, le famiglie decidono di avallare l’idea “dei bambini” di dormire in tenda. Per mesi interi il viale del circolo era costellato di tende colorate al fianco degli Optimist. I genitori dei bambini passavano un paio di volte a settimana per espletare i compiti di lavanderia e supervisione.
Enrico faceva la pasta per tutti i bambini la sera per cena. Ad ogni occasione raccontava ai ragazzi le storie delle sue regate e delle sue vittorie.
Si allarga ancora il giro, 18 Optimist e la prima squadra Laser.
Dopo diversi tentativi di trovare altri allenatori la squadra Laser viene presa in mano da Enrico stesso. Nei due anni successivi il gruppo ha un ottima crescita tecnica a tal punto da far diventare il 3V un riferimento in zona.
Nel 2000 arriva il primo titolo italiano Laser u15 con la 4.7 per Alessandro Franzi a Gravedona, sul Lago di Como.
Dal 2000 al 2005 Enrico accompagna la squadra con mezzi di fortuna o rimediati. Con la crescita dell’attività si decide di strutturare il parco mezzi, acquistando il leggendario “Pepo,” il furgone bianco. Il primo davvero del 3V, intestato al 3V e, proprio come il circolo, incredibilmente coriaceo.
Le trasferte del 3V e le sue squadre di ragazzi esagitati. Per gli allenatori praticamente caccia all’uomo continuo per gli alberghi di tutta Europa, per i ragazzi un modo per viaggiare e navigare ai massimi livelli.
I ragazzi diventano piano piano più adulti. Lanzoni e Franzi, dopo aver fatto la “gavetta” alla scuola di vela estiva per tutta l’adolescenza, presentano ad Enrico un progetto nuovo per la gestione delle squadre agonistiche. Nasce “Il Top Team”.
Questa nuova compagine per l’amministrazione dell’agonistica attrae un gruppo di ragazzi giovani che vogliono intraprendere il loro percorso nel mondo della vela. Si crea un gruppo di istruttori (tutti under 23) che condivide un obiettivo comune.
Qualche anno di duro lavoro, uscite in inverno, motivazione, e grande supporto di alcuni genitori ed arrivano i primi grandi successi: A.S.C.A. = Anna Bettoni, Sofia Carluccio, Clara Addari, Arianna Perini, Campionesse ai Campionati Europei ed Italiani con la classe l’Equipe.